La situazione attuale del grano duro

Il grano duro in Italia regge, con una superficie che si mantiene attorno a 1.220.000 ettari, localizzata per il 75% al sud e per 15-20% nel centro Italia. La produzione 2022 di grano duro, a causa di un clima avverso, è stata tagliata del 16% rispetto all’anno 2021, con un raccolto complessivo di 3,4 milioni di tonnellate, premiate per fortuna da buoni prezzi di mercato.
Strategica come sempre risulta la scelta varietale e ancora una volta sono preziose le indicazioni fornite dalla sperimentazione nazionale coordinata dal Crea, che ha realizzato 30 campi prova in 13 regioni mettendo a confronto 36 varietà di grano duro.
Le produzioni medie di tutti i campi e di tutte le varietà sono state:
Nord: 77 ql/ha; proteine 14,8%
Centro-Tirrenico: 45 ql/ha; proteine 15,2%
Centro-Adriatico: 54 ql/ha; proteine 14,4%
Sud peninsulare: 43 ql/ha; proteine 14,6%
Sardegna: 40 ql/ha; proteine 12,3%
Sicilia: 61 ql/ha; proteine 14,3%
Le varietà top di grano duro in classifica
Tra le 20 cultivar presenti in tutti i campi prova, Antalis ha fatto registrare la resa più elevata e stabile con 57 ql/ha, seguita dalla nuova varietà Federico II con 55,5 ql/ha, RGT Natur con 55 ql/ha e Marco Aurelio con 54 ql/ha. Seguono Voltadur, Tito Flavio, Verace e Bering con 53 ql/ha, e SY Prodigo, Iride, Marakas e LG Fructis con 52 ql/ha.
Per il sud e le isole si confermano Iride (49 ql/ha), Nuraghe (49 ql/ha) RGT Jadur (49 ql/ha), Claudio (48 ql/ha), Incanto (48 ql/ha) e Furio Camillo (47 ql/ha).
Per il centro-nord le rese più elevate sono state di Antalis (61 ql/ha), Federico II (60 ql/ha), Platone (60 ql/ha) e la novità Amarcord (59 ql/ha).
Fonte – ilnuovoagricoltore.it Roberto Bartolini